A27 di Treviso, si sbriciolano i piloni del viadotto: il nostro reportage

VITTORIO VENETO. I piloni dell'A27, a Vittorio Veneto, tornano al centro dell'attenzione: da anni i residenti denunciano il progressivo degrado delle strutture nei pressi di località San Fris. Lì piloni del viadotto dell'autostrada si stanno scrostando e i pezzi di cemento volano a terra, protetti (si fa per dire) da transenne portate dal Comune.
Il passaggio delle auto sui giunti dell'A27 provoca rumori insopportabili, specie per chi abita sotto e non riesce a dormire di notte. Quando piove, gli scarichi che erano a norma trent’anni fa, al momento della realizzazione dell’infrastruttura, oggi costringono i residenti a fare i conti con quanto di peggio l'acqua può lavare sul nastro d'asfalto. Basta chiederlo alla signora Lucia Casagrande. Ma di questa residente, come degli altri, si è fatto portavoce Aldo Bianchi, l'anima del volontariato a Ceneda, che non ama lamentarsi immotivatamente. Nei giorni scorsi ha presentato un primo rapporto alla presidenza del consiglio di quartiere e Massimo Santanastaso, il presidente, ha inserito l’argomento all’ordine del giorno della seduta del prossimo primo marzo, insieme allo stato di degrado della fontana di piazza Giovanni Paolo I e dei cannoni all’ingresso del Museo della Battaglia.
San Fris è una fra le più caratteristiche località di Vittorio Veneto. È tradizionale meta di passeggiate per chi lascia l’auto in piazza e prosegue a piedi, per neppure un chilometro. Ed ecco che sopra le case, quasi verticalmente, transita l’autostrada. L’impatto è pesante, ma ormai i residenti ci hanno fatto l’abitudine. «Ciò che non sopportano ormai più è il rumore dei passaggi degli autoveicoli sopra i giunti d'acciaio. I decibel, davvero insopportabili, si riverberano contro i muri delle case e l'inferno si materializza in qualcosa di insopportabile», denuncia Bianchi. All'inquinamento dei giunti si somma quello del passaggio delle auto. «Ancora ai tempi dell’amministrazione Scottà avevamo raccolto delle firme e interpellato la società Autostrade per l'installazione di barriere fonoassorbenti. Ebbene, queste sono arrivate ma hanno trovato installazione a Carpesica». Ma, a parte il fastidio per i rumori, non manca la paura - forse immotivata - tuttavia un’assicurazione in tal senso non è ancora arrivata. Basta guardare verso l’alto i piloni e scoprire ferite più o meno grandi, distacchi di materiale, a quanto pare superficiali, ma sufficienti a non tranquillizzare. In taluni casi si vedono chiaramente, come indica Bianchi, le verghe d’acciaio dell’intelaiatura interna. E a terra compaiono piccoli cumuli di cemento. «Per la verità - precisa Bianchi - non è un problema di oggi, queste cadute si sono verificate ancora nel passato ed è per questo che il Comune ha disposto delle protezioni per evitare che qualcuno si avvicini e venga colpito in testa».
Santanastaso anticipa che il Consiglio di quartiere s’impegna a raccogliere una puntuale documentazione e a trasmetterla al sindaco Roberto Tonon «affinché possa intervenire sulla società autostradale sollecitando le auspicate soluzioni». Soluzioni che, tra l’altro, sono urgenti perché San Fris è un'area di risorgive e per quanto riguarda gli scarichi i rischi sono in agguato. «La società Autostrade è intervenuta in val Lapisina con opportune iniziative - ricorda Bianchi - perché non può ripetersi anche a San Fris, dove, tra l’altro, nasce il torrente Cervada che sta morendo di atrofia?».
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