A Treviso è corsa a fermare 24 antenne del progetto di rete Iliad

TREVISO. Un’antenna in piazzetta del Mozzato, una nel parcheggio del Bosco del respiro di Santa Bona, un’altra nei pressi dell’ospedale, una nei pressi di porta Santi Quaranta e così via in tutto il territorio cittadino. Sono ventiquattro i nuovi pennoni proposti chiesti da Iliad – nuovo gestore della telefonia – per coprire l’utenza del comune di Treviso. Un piano che l’amministrazione – come annunciato nei giorni scorsi – intende arginare ed ha usato come arma contro le critiche piovute nei giorni scorsi da verdi e associazioni di tutela del paesaggio, e contro la passata amministrazione.
Le richieste di Iliad. Il nuovo gestore, dopo essere subentrato a 8 ex antenne Wind l’anno scorso, ed aver attivato altri 7 ripetitori (uno piantato in via Zorzi in autunno) nel territorio cittadino, ha proposto l’installazione di pennoni al Miani park, alle piscine di Selvana, a Monigo cimitero, in via Borin, all’ippodromo, all’aeroporto Canova, in piazzetta Mozzato, in Curva Bricito, via Fornaci, ospedale, Caserma Boltar, via XII Luglio (San Pelajo), Bosco del respiro, Castellana, Canizzano. Più ripetitori sui campanili che già ospitano antenne di altri gestori. Ma sono i potenziali nuovi pennoni che il Comune vuole fermare.
Come? «Valutando il trasferimento su ripetitori già esistenti, su tetti di edifici o by-pass grazie a nuove tecnologie» spiega l’assessore all’ambiente Alessandro Manera che attacca, «quando la passata amministrazione un anno fa ha autorizzato il piano di Iliad, non ha minimamente tenuto conto della possibilità di trovare alternative o sfruttare nuve tecnologie». E il sindaco Conte a metterci il carico: «Dov’erano allora le associazioni ambientaliste che oggi attaccano su 20 metri di recinzione a Santa Bona (riferimento alla battaglia sulla sorgiva di Italia Nostra, ndr)? E dov’era la tutela della città del Comune? Oggi noi siamo chiamati ad una battaglia per tutelare la città». Posto il fatto che comunque non si parla di problemi di salute («Le antenne non inquinano» ha ribadito Manera) ma di decoro urbano.
Cosa dicono le carte. L’accusa politica ci sta. Le carte della delibera 2018 con cui la passata amministrazione,a detta dell’attuale giunta, «diede via libera l piano Iliad» in realtà scrivono altro. All’epoca è vero che si autorizzò il subentro a 8 ripetitori e l’installazione di 7 nuove antenne. Ma sulle 24 proposte dal gestore, quelle che oggi sono al centro della battaglia dell’amministrazione , si prese solo atto della richiesta di localizzazione formalizzata dai gestori sarebbe stata oggetto di « necessari approfondimenti tecnici», specificando che «la localizzazione delle antenne» sarebbe stata «approvata con successivo provvedimento». Provvedimento che non è arrivato visto che due mesi dopo infatti la giunta è stata azzerata dalle elezioni. E sempre lo stesso atto attesta come l’impianto di via Zorzi a San Giuseppe (nuovo pennone installato da Iliad) non fosse stato autorizzato dalla giunta Manildo , ma da un provvedimento del 2007.
La trattativa. Ad oggi il Comune è già riuscito a far spostare in cima al campanile l’antenne che si prevedeva di installare formato pennone sulla rotonda davanti alla Chiesa Votiva. E così ha fatto per l’altro pennone previsto in viale Brigata Marche. «Sugli altri servirà una trattativa luogo per luogo» spiega Manera. Puntando soprattutto a riunire le antenne su impianti esistenti.
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