A Pederobba una nuova cava di argilla

PEDEROBBA. La presentazione in Regione è recentissima, di quattro giorni fa. E ha già raggiunto il Comune a Pederobba: il 19 febbraio mattina si terrà la presentazione pubblica in municipio. Si tratta dell’apertura di una nuova cava. La richiesta è stata fatta da E.Ma.Pri.Ce spa, società con sede a Possagno, che ha presentato un progetto per scavare una nuova cava, ricomporla poi ambientalmente e realizzare contestualmente un bacino di raccolta delle acque per contenere le eventuali piene del torrente Curogna.
Si tratta di una cava di argilla chiamata "Cava Val Grande", collocata ai piedi della dorsale nord dei Colli di Onigo, in una zona compresa tra altre due cave: la cava Fornace e la cava Curogna. Il progetto presentato in Regione dalla società prevede la riprofilatura del versante collinare e la conseguente ricomposizione ambientale per ricavare una vasca di dispersione finalizzata alla messa in sicurezza del torrente Curogna, per il contenimento di eventuali sue esondazioni.
I pederobbesi possono consultare il progetto esecutivo di coltivazione della nuova cava e lo studio di impatto ambientale, in Comune, e potranno sentirlo illustrare il 19 febbraio alle 10 dai tecnici della società, in municipio. Tanta rapidità ha colto di sorpresa gli ambientalisti: «Non ne sapevamo niente» dice Mauro Moretto, di Arianova «in consulta Ambiente non ci è stato detto nulla su un progetto di una nuova cava di argilla. Andremo a vedere cosa dice il progetto e poi decideremo che posizione assumere». Il tempo di studiare il progetto e di presentare le osservazioni c'è tutto, ci sono infatti 60 giorni di tempo dal giorno di deposito dell'avviso, ossia da venerdì scorso. E di valutare soprattutto il possibile impatto ambientale, che il progetto definisce temporaneo e interessante solo la fauna e la vegetazione. Insomma alla fine tutto dovrebbe tornare a posto, con un nuovo profilo del pendio e una vasca di dispersione delle acque in più. Certo che, in un periodo in cui l'escavazione è rallentata sia per la ghiaia che per l'argilla a causa della crisi del settore edilizio, vedere arrivare la richiesta di coltivare una nuova cava potrebbe essere un segnale che gli imprenditori del settore ritengono che ci possa essere una ripresa. A presentare la domanda è una società che opera soprattutto nei settori delle infrastrutture, delle costruzioni, degli scavi e sbancamenti anche in roccia dura, delle costruzioni di discariche, dei ripristini ambientali, delle urbanizzazioni.
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