Diversi ma uguali: tutto sul Festival della Salute, a Padova dall’8 all’11 ottobre

Che cosa intendiamo oggi quando parliamo di medicina e di salute? È a questa domanda, complessa e attuale, a cui l’evento proverà a dare risposta. Tra gli ospiti Barbero, Prati, Costa e Lingiardi. L’organizzatrice: «Affronteremo i temi che ci riguardano»

Flavio Centamore
L'aula magna di Palazzo del Bo, che ospiterà gli incontri del Festival della Salute

Quattro giornate dense di incontri, riflessioni e testimonianze che racconteranno la rivoluzione in atto: la medicina personalizzata resa possibile dalla decodifica del genoma, l’uso delle tecnologie digitali per diagnosi e terapie, l’impatto delle crisi economiche sui sistemi sanitari, fino al delicato equilibrio tra diversità individuali e uguaglianza dei diritti. Sul palco – e in streaming – si alterneranno scienziati, premi Nobel, intellettuali e artisti, offrendo prospettive diverse su una medicina che punta alle «cascate molecolari» delle malattie, ma senza smarrire il valore dei protocolli, dell’universalismo e del diritto alla cura.

La sala del Teatro Verdi che, insieme all'aula magna di Palazzo del Bo, ospiterà gli incontri del Festival della Salute 2025
La sala del Teatro Verdi che, insieme all'aula magna di Palazzo del Bo, ospiterà gli incontri del Festival della Salute 2025

Padova città della salute

L’8 ottobre il Festival si aprirà con i saluti istituzionali del sindaco Sergio Giordani e di Daniela Minerva. La città viene raccontata come un ecosistema della cura, attraverso un dialogo con voci come Romolo Bugaro, Gilberto Muraro, Rosario Rizzuto, Ivo Tiberio e Roberto Tosetto, moderati da Paolo Possamai.

La giornata prosegue con una riflessione su come Padova possa essere «Una città per amica», con Giuseppe Farina e Andrea Micalizzi, e si concentra poi sui più piccoli con Giuseppe Zaccaria.

Spazio anche a prevenzione e alimentazione con Francesco Cera e Valerie Tikhonoff. Il pomeriggio porta in primo piano due grandi protagonisti della ricerca: Andrea Crisanti, che spiegherà perché la medicina nasce dai laboratori, e Emanuele Cozzi, che accompagnerà il pubblico nel mondo dei trapianti.

La giornata si chiude in musica con il concerto per il sangue, nell’aula magna: un intreccio emozionante tra storie cliniche e note, con Giustina De Silvestro, Gino Gerosa, Alois Saller e l’orchestra Asclepio.

Nuova medicina e farmaci che curano

Il 9 ottobre la mattinata si apre con il racconto del “modello Veneto” da parte del presidente Luca Zaia. Subito dopo, lo scrittore David Quammen condurrà il pubblico nel mondo di «Nostra Signora evoluzione».

Un panel d’eccezione – Elena Cattaneo, Lucia Del Mastro, Alberto Mantovani, Rosario Rizzuto, moderati da Annalisa Cuzzocrea – discuterà invece del difficile rapporto tra scienza, leadership e attacchi alla medicina.

Spazio anche al teatro civile con Andrea Pennacchi in «Tolleranza zero» (in difesa del vino). Il pomeriggio è dedicato all’innovazione terapeutica: si parlerà di spesa e valore dei farmaci con Robert Giovanni Nisticò, di Parkinson e rigenerazione neuronale, di nuove cure per Bpco, di tumori polmonari, prevenzione cardiovascolare e protezione dei più fragili. In serata, un appuntamento speciale al teatro Verdi: Alessandro Barbero, introdotto da Daniela Mapelli, terrà la sua lectio-spettacolo «La peste del Trecento».

La salute si costruisce

La terza giornata, il 10 ottobre, intreccia medicina, stili di vita e urbanistica. Aureliano Stingi apre parlando di prevenzione, mentre Carlo Ratti porta la sua visione di città intelligenti e inclusive. Spazio poi ai diritti dei pazienti reumatologici, alle connessioni tra alcol e sesso, e alla resilienza di fronte alla sclerosi multipla. Il filosofo Umberto Galimberti rifletterà invece sul ruolo della medicina nell’età della tecnica.

Nel pomeriggio, focus su innovazioni e rischi: dall’Ai applicata al cuore (Francesco Musumeci), alla vitamina D, dall’uso corretto degli antibiotici (Matteo Bassetti), ai diritti dei pazienti con Nino Cartabellotta, fino ai rischi digitali e al disagio adolescenziale, raccontato da Michela Marzano. La serata si chiude con Eros, una conversazione tra Edoardo Prati e Raffaella De Santis.

Tumori e la scienza che salva la vita

L’ultima giornata, l’11 ottobre, guarda all’oncologia e alle sfide più avanzate della ricerca. Interverranno Piero Carninci, Stefano Piccolo, Anna Sapino. Spazio anche a prevenzione del fumo, effetti delle e-cig, invecchiamento e longevità, con il premio Nobel Venki Ramakrishnan che racconterà come «mangiare poco allunghi la vita».

Il pomeriggio sarà dedicato alla scienza come bene comune, con il nobel Giorgio Parisi e Marino Zerial, e a tanti altri temi: scompenso cardiaco, Rsv nei bambini, lotta all’Aids, dislessia, diritto al lavoro e ruolo dell’impresa. Il gran finale è affidato al teatro Verdi, con Vittorio Lingiardi e Federica Fracassi nello spettacolo «Corpo, umano».

Diversità e uguaglianza: il filo rosso

In tutte le giornate, un tema ritorna con forza: la tensione tra diversità e uguaglianza. Una medicina di precisione, infatti, riconosce l’unicità biologica di ciascun individuo. Ma resta imprescindibile la bussola dei diritti universali, delle prove scientifiche e dell’accesso equo alle cure.

Parla l’organizzatrice Daniela Minerva, la direttrice di “Salute” «Oggi in medicina succedono cose bellissime, noi le racconteremo»

Minerva: «Tumori, vaccini e liste d’attesa, i temi che ci riguardano»

Daniela Minerva
Daniela Minerva

Festival di Salute rappresenta un appuntamento che ogni anno mette in dialogo scienziati, medici, premi Nobel, artisti e intellettuali.

Un’occasione unica per raccontare la straordinaria rivoluzione in corso nella medicina, tra terapie personalizzate, nuove tecnologie digitali e sfide legate ai modelli di sanità del futuro. A coordinare l’evento c’è Daniela Minerva, direttrice del supplemento Salute di “Repubblica”.

Direttrice, qual è la missione di questo evento?

«Il festival nasce per raccontare cosa succede oggi in medicina. E succedono cose bellissime. La genetica, l’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie stanno cambiando radicalmente il modo di affrontare malattie che fino a pochi anni fa erano condanne. Penso ai tumori, che negli ultimi vent’anni hanno visto un calo enorme della mortalità grazie a screening, diagnosi precoce e terapie mirate. Ma lo stesso vale per malattie neurologiche come la sclerosi multipla o il Parkinson, oggi trattabili in modo impensabile in passato. La scienza medica ci offre strumenti sempre più potenti: lo abbiamo visto anche con il Covid e i vaccini, che ci hanno permesso di rialzarci».

Uno dei focus sarà l’oncologia?

«Sì, sabato mattina, in aula magna, parleremo di tumori con i migliori specialisti. L’oncologia procede a una velocità incredibile: ciò che oggi sembra sperimentale, tra dieci anni sarà routine clinica. Per questo vogliamo non solo raccontare i progressi già in atto, ma anche dare uno sguardo al futuro. E poi c’è un tema che mi tocca molto da vicino: come tante famiglie italiane, anche la mia conosce il dramma di una malattia oncologica. La differenza rispetto a trent’anni fa è che oggi c’è sempre la speranza che si possa fare qualcosa, anche nei casi più difficili».

Si parlerà anche di vaccini, spesso al centro di polemiche.

«Certo. Vogliamo riportare il dibattito sui dati scientifici. I vaccini hanno allungato la vita media, salvato bambini e protetto milioni di anziani. Oggi abbiamo nuove possibilità: dal vaccino contro il virus respiratorio sinciziale per i neonati a quello contro l’herpes zoster negli over 70. Sono strumenti che permettono di vivere meglio e più a lungo, ed è importante spiegarlo con chiarezza».

Il festival avrà momenti di confronto diretto con il pubblico?

«Sì, abbiamo pensato a un format che chiamiamo “A voi il microfono”. In sala, giovedì, venerdì e sabato, le persone potranno rivolgere domande direttamente ai grandi specialisti presenti. Si parlerà, ad esempio, di colesterolo o di obesità, temi che generano spesso confusione. Crediamo che ascoltare le domande reali dei cittadini e offrire risposte basate sull’evidenza sia un servizio fondamentale».

Tra i nodi più discussi in sanità ci sono le liste d’attesa.

«Assolutamente. Non basta che la scienza metta a disposizione strumenti straordinari: serve che i cittadini possano accedervi. Ne parleremo venerdì con Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che analizzerà dati e possibili soluzioni. È un tema cruciale: altrimenti il rischio è di alimentare frustrazione e disuguaglianze».

Padova e il Veneto sono considerate eccellenze sanitarie. Cosa resta da migliorare?

«Il Veneto ha fatto meglio di tante altre regioni, ma c’è sempre margine di crescita. Proprio per questo avremo con noi, giovedì mattina, il presidente Luca Zaia: gli chiederemo quali passi ulteriori si possono compiere per consolidare e rafforzare un modello che già oggi è un riferimento nazionale».

C’è anche un tema sociale ed etico da affrontare, giusto?

«Sì, perché la scienza non basta da sola. Accanto ai progressi biomedici dobbiamo interrogarci su chi potrà beneficiarne e come. Oggi le disuguaglianze rischiano di amplificarsi: chi può permettersi esami e cure private ha un vantaggio enorme, mentre chi deve attendere mesi rischia che la malattia peggiori. È qui che entra in gioco la politica sanitaria. Ecco perché il festival vuole anche stimolare un dibattito pubblico su come garantire i diritti fondamentali, a partire dall’accesso universale alla cura».

In sintesi, cosa troveranno i visitatori al Festival di Salute?

«Troveranno speranza e conoscenza. La medicina di oggi ci dimostra che non siamo mai disarmati di fronte alla malattia. È vero, la vita resta fragile, ma la scienza ci regala continuamente nuove opportunità. Il festival vuole raccontarle, renderle accessibili e comprensibili a tutti, perché la salute è un bene comune e universale».

Barbero, Prati, Costa e Lingiardi: parole che raccontano i corpi

La medicina e la salute raccontate dagli intellettuali. Il Festival di Salute è anche l’occasione per tre grandi serate di spettacolo e divulgazione, con alcuni dei protagonisti del mondo culturale italiano che portano a Padova i loro spettacolo, interventi e riflessioni.

Alessandro Barbero, ospite giovedì 9 alle 18 al teatro Verdi
La lezione di Alessandro Barbero presso il grattacielo Intesa SanPaolo di Torino, 05 novembre 2020. Santa Caterina da Siena, Giovanna d'Arco e la poetessa Anna Achmatova sono le protagoniste del nuovo ciclo di lezioni che lo storico Alessandro Barbero terrà al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino il 5, 12 e 19 novembre alle ore 18. Il pubblico potrà seguire gli incontri in diretta streaming sul sito group.intesasanpaolo.com. Autore e docente di Storia medievale all'Università degli Studi del Piemonte Orientale, Barbero è diventato una stella dei social media grazie alla sua straordinaria capacità divulgativa. Racconterà come tre figure esemplari hanno lottato con coraggio per cambiare il loro destino e l'intera condizione femminile, oltre al corso della storia.ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Tra le serate più attese c’è quella di giovedì 9 alle 18 al teatro Verdi con lo storico Alessandro Barbero, uno dei più noti in Italia, le cui conferenze sono sempre strapiene di spettatori. Storico, scrittore, docente ordinario di Storia medievale all’Università del Piemonte Orientale e Vercelli, Barbero collabora con giornali e trasmissioni televisive.

La sua lectio padovana sarà incentrata su «La peste del Trecento». Un viaggio tra epidemie, rivolte, carestie e sopravvivenze, raccontato con la sua voce inconfondibile e una passione che rende viva ogni pagina del passato.

Edoardo Prati, ospite venerdì 10 alle 18.15 nell’aula magna del Bo
Edoardo Prati, ospite alle 18.15 nell’aula magna del Bo

Il 10 ottobre arriverà alle 18.15 nell’aula magna del Bo Edoardo Prati, il giovane influencer culturale che ha conquistato un vasto pubblico con i suoi video sulla letteratura classica. A intervistarlo sarà Raffaella De Santis.

Lella Costa, ospite venerdì 10 alle 14.50 nell’aula magna del Bo
Lella Costa

Sempre venerdì 10 ma alle 14.50 nell’aula magna del Bo toccherà a Lella Costa con la sua piéce teatrale “Corpi che ballano”. Il ballo come paradigma di un diritto alla gioia che non ha età e per questo diventa sovversivo. È un'affermazione di principio: una rivoluzione non può prescindere dalla libertà e dalla piena espressione di sé.

Infine sabato 11 alle 19 al teatro Verdi ci saranno Vittorio Lingiardi e Federica Fracassi con «Corpo, Umano». Un recital in cui il corpo torna al centro della scena assieme agli organi che lo compongono - dal fegato al cervello, dagli occhi al cuore - rivelati con la voce della scienza e del mito, dell’arte e della letteratura. Perché l’unico modo per possedere un corpo è raccontarlo. 

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