Musulmani: sì alla preghiera in italiano

MUSULMANI IN PREGHIERA PER LA CHIUSURA DEL RAMADAN NELL'AULA POLIVALENTE DELLA PARROCCHIA DI PADERNO
Pronti a pregare in italiano. La proposta di legge della Lega sulle moschee solleva perplessità nella comunità islamica. Ma, pur di riuscire a trovare un luogo di culto, è disposta anche alla preghiera in italiano. Referendum obbligatori, divieto di minareti e preghiere degli imam in italiano: questi i principali paletti che Roberta Cota, capogruppo alla Camera del Carroccio, ha inserito nella proposta di legge che verrà presentata la prossima settimana.
Regole ferree per la costruzione di nuove moschee, quindi, a partire dalla preghiera. «La lingua non è un problema - spiega l’imam Yousseff Tadil - anche se la maggior parte dei nostri fedeli conosce il Corano soltanto in arabo. Abbiamo già fatto preghiere in italiano, certo chiederemo di continuare a recitare anche nella lingua madre. Siamo disposti a tutti pur di ottenere una moschea. E’ più difficile con il referendum, anche se spero che la maggioranza stia con noi: quando vado in giro sento solidarietà. Non sono così certo che un referendum ci punirebbe, facciamo tutto alla luce del sole». L’apertura all’italiano è totale: «Ben venga, così gli imam dovranno compiere studi universitari e arrivare preparati prima di recitare la preghiera - riprende Ahmed Fourdaus, sostenitore della «Seconda Generazione» - nei giorni scorsi sono stato a Roma, la preghiera del venerdì viene fatta prima in arabo e poi in italiano. Ora non abbiamo moschee, soltanto buchi: faremo qualsiasi cosa per ottenerne una, i trevigiani ormai hanno capito che siamo pacifici».
Argomenti:immigrazione
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