Il Tar dà ragione a nonna-squillo
Ha 78 anni: può tornare a prostituirsi in camper

IN FOTO M.M. LA SQUILLO PROSTITUTA DI 73 ANNI CHE VIVE ALLE PORTE DI TREVISO, CONTINUA A LAVORARE ANCORA, SI PROSTITUISCE IN CAMPER
Nel giorno in cui la prostituzione su strada diventa reato, una sentenza afferma che prostituirsi in camper non lo è. Lo ha stabilito il Tar che ha accolto il ricorso presentato da una prostituta trevigiana, ormai quasi ottantenne, contro il foglio di via che aveva ricevuto perchè «comprometteva la moralità dei minorenni e la tranquillità pubblica». E il tribunale ora le ha dato ragione: a bordo del camper può vendersi dove vuole, vestita come vuole.
Lei è un’agguerrita signora che moltissimi anni fa ha scelto come professione quella di dar piacere all’altro sesso. Lo ha fatto con passione e dedizione fino a oggi. «Le motivazioni con cui la sentenza del Tar ha accolto il ricorso della mia cliente - afferma l’avvocato Alessandra Nava - ripropongono forti e seri interrogativi sulla possibilità di adottare misure estreme automatiche a carico delle prostitute e dei loro clienti che si ponessero in contrasto con i diritti inviolabili della Costituzione». La signora lavora sia nel Trevigiano che nel Friulano, in provincia di Udine, sempre a bordo di un camper in compagnia del suo cane. Lo fa, naturalmente, indossando abiti succinti e ammiccanti. Tutto questo fino a quando un agente della questura di Udine una notte del febbraio 2004 ha bussato alla cabina del camper per un controllo e si è trovato di fronte M.M. in vestaglia. Il risultato è stato un rapporto: la donna, si poteva leggere, fa «un’incondizionata offerta di sé a chicchessia in succinti abiti femminili». Poco importava che la signora indossasse i vestiti nel chiuso della cabina del camper parcheggiato in strade secondarie, lontano dalla Pontebbana: per l’agente la signora, in quelle condizioni, era comunque «pericolosa».
«Può costituire pericolo - si legge ancora nel rapporto di polizia - per la moralità dei minorenni». Di qui il conseguente provvedimento: un foglio di via, per la durata di un anno, dai due comuni friulani. La signora, inferocita, si è rivolta a un legale: «Avvocato, qui ci va di mezzo il mio lavoro e la mia dignità: mi hanno cacciata solo perché sono vecchia». L’avvocato Nava ha quindi presentato ricorso e impugnato il provvedimento davanti al Tar definendo eccessivo il provvedimento. Il Tar di Trieste ha esaminato la questione e, nei giorni scorsi, ha dato ragione alla prostituta bocciando il foglio di via. La signora potrà così tornare nei comuni friulani, a bordo del proprio camper, a lavorare.
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