Caduta mortale, interrogati gli amici
Aperta un'inchiesta sul tragico incidente che è costato la vita a Diego De Nadai, 18 anni. La Procura vuol capire se il ragazzo è scivolato da solo o è stato urtato: per questo gli amici che erano con lui durante la gita in bicicletta sono stati tutti sentiti dal pubblico ministero

Fiori sul banco di Diego De Nadai
GODEGA. La Procura di Treviso ha aperto un'inchiesta per capire se la morte di Diego De Nadai, studente diciottenne dell'Itis Galilei, sia stata causata da una caduta autonoma del giovane o sia invece legata a un urto accidentale di uno degli amici che erano con lui nella gita in bici. I compagni dell'escursione di domenica pomeriggio saranno interrogati per ricostruire l'accaduto.
La Procura, col pubblico ministero Barbara Sabatini, dunque vuole chiarire i dettagli della tragedia che si è consumata domenica pomeriggio a Rugolo. Diego era uscito con gli amici per un giro in bicicletta. Una volta imboccato Borgo Rugolet, poco dopo un tratto in discesa, il giovane ha perso il controllo della sua mountain bike, andando a sbattere prima contro un muro a sinistra e poi a terra, contro l'asfalto. Non indossava il casco, l'impatto non gli ha lasciato scampo. Sul posto per i rilievi i carabinieri di Cordignano.
Il giorno dopo la sua tragica morte, il silenzio è calato anche sulla quinta A elettronici dell'Itis Galilei. I compagni di classe hanno posato un mazzo di fiori sul banco in prima fila occupato da Diego. «E' stato un colpo quasi mortale anche per noi - ha commentato ieri mattina il professor Mariano Tonon - improvviso e inatteso. E' la prima volta che mi capita di dover affrontare un lutto simile. Ho trovato tutti i suoi compagni affranti, commossi, ammutoliti. Vedremo cosa fare, quel che è certo è che lo ricorderemo per sempre. E' stato difficile fare lezione oggi».
Affranti e senza parole sono i compagni di classe di Diego. L'amico scomparso era un punto di riferimento, come hanno raccontato. «Io sono arrivato qui l'anno scorso, ma Diego è stato subito disponibile con me, mi ha dato il suo numero di telefono e mi ha detto di chiamarlo per qualsiasi problema», ha spiegato uno studente. «Eravamo vicini di banco - ha aggiunto un altro trattenendo a fatica le lacrime - ci aiutavamo, lui era sempre così disponibile».
I genitori, in un ultimo gesto di generosità, hanno acconsentito alla donazione degli organi. Il giovane abitava con il papà Sergio, titolare della gelateria Sara in centro, la mamma e la sorella maggiore in via Costella. I genitori sono sconvolti. «Come è possibile morire così a 18 anni?», è riuscito a malapena a dire il papà. L'ultimo ricordo del figlio è stato il gran premio delle moto visto insieme alla tivù nel primo pomeriggio di domenica. Poi il papà è stato avvertito della tragedia mentre si trovava al lavoro in gelateria.
Diego aveva giocato a calcio come difensore centrale con il Godega. Aveva collaborato con i gruppi parrocchiali al Grest, l'anno scorso a Godega, quest'anno a Pianzano. Aveva da poco fatto la patente. Tutti lo ricordano per il suo sorriso.
Argomenti:incidenti stradali
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