«Trentini libero», l’appello per il cooperante detenuto dalla festa del Redentore
Sabato 19 luglio la manifestazione a Venezia per Trentini, da otto mesi in carcere in Venezuela. Assente la madre, fermata dal gran caldo. Giulietti (Articolo 21): «Hanno liberato 24 persone, ma tra loro non c’è Alberto»

«Abbiamo parlato con l’avvocato Alessandra Ballerini: sono stati appena liberati dodici americani e altrettanti venezuelani, speravamo che anche Alberto Trentini fosse tra loro, ma così non è stato». È la delusione di Beppe Giulietti, coordinatore di Articolo 21, ancora una volta in prima linea per chiedere la liberazione del cooperante veneziano detenuto da otto mesi nel carcere in Venezuela, alla periferia di Caracas.
Sabato 19 luglio la manifestazione a Venezia si è svolta sul ponte votivo, attraversato in queste ore da centinaia di fedeli, turisti e cittadini diretti alla Chiesa del Redentore. Una mobilitazione a cui hanno partecipato una cinquantina di amici di Alberto riuniti nel comitato “Alberto Trentini Libero”, affiancati dall’associazione Articolo 21, da sempre vicina alla famiglia.
Per la prima volta, però, all’appello manca la madre, Armanda Trentini, costretta a casa dal grande caldo.
Giulietti, dai gradini della Chiesa del Redentore, conferma: “«A momento non c’è alcuna trattativa in corso per riportarlo a casa, ma l’auspicio è che si attivi il governo italiano: siamo arrabbiati».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso