Villa Raspa, nel piccolo quartiere di Asolo è boom di bebè

ASOLO. Un battesimo, quello del piccolo Umberto Siben, che ridà nuova vita alla chiesetta di Villa Raspa, località di Asolo, e alla piccola comunità che vi ruota intorno, dopo oltre 25 anni da quando, per mancanza di vocazioni, il parroco di allora, Don Orlando, tolse la messa di precetto al sabato sera.
Una comunità di periferia, senza neppure la dignità di frazione, eppure orgogliosa che, contro ogni statistica demografica, torna giovane e in crescita e saluta con gioia l’evento: «Quando hanno saputo del battesimo», racconta papà Cristiano, «siamo rimasti molto colpiti perché tutti, davvero tutti, volevano darci una mano nell’organizzazione. Per noi un dono poterlo celebrare, al terzo figlio, nel posto dove siamo nati».
Umberto, tre mesi, segue Giacomo, cinque anni, e Caterina, tre: una famiglia che per i canoni moderni è decisamente numerosa ma in realtà non è neppure l’unica, in questo fazzoletto di terra, che fino a qualche anno fa sembrava destinato a morire.
Oltre a Cristiano ed Elisa, anche Fabio ed Elisa hanno una bella famiglia di tre figli e nel raggio di soli due chilometri, sono ben 16 i bimbi sotto i dieci anni su una trentina di famiglie, tanto che la comunità, grazie anche a una politica edilizia che ha supporto le famiglie impedendo la nascita di quartieri dormitorio, ha cambiato volto. «Fino a dieci anni fa, questo scenario sembrava impossibile: questo battesimo noi l’abbiamo visto come un buon auspicio», racconta Carmen, una residente.
Non si parla di emergenza, ma mancano lampioni e la chiesa, una delle più vecchie del paese, dopo il rifacimento del tetto lo scorso anno, avrebbe bisogno di sistemare le campane e gli interni corrosi dall’umidità e danneggiati dal crollo della stalla annessa: soldi, finora, arrivati da donazioni private raccolte dai residenti durante l’annuale sagra.
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