Vertenza Stefanel, in 25 accettano il trasferimento a Milano: «Ponte di Piave si svuota»

PONTE DI PIAVE. Non solo 29 dipendenti resteranno a casa: altri 25 si dovranno trasferire a Milano, e hanno già accettato pur di non perdere il posto. Appena 24, quindi, resteranno operativi nella storica sede Stefanel a Ponte di Piave, confermando ciò che l’azienda aveva annunciato: si cercherà una sede più piccola, sempre a Ponte.
È evidente sin d’ora lo svuotamento del quartier generale dell’azienda che sarà effettivo tra un anno, in base ai numeri dell’accordo siglato giovedì al Mise tra azienda e rappresentanti sindacali.
«Siamo partiti da una richiesta di 38 esuberi e 14 dipendenti da trasferire a Milano» spiega Cristina Furlan, segretaria provinciale Filctem Cgil, «nella trattativa siamo scesi a 29 esuberi, ma per salvare più posti possibili i lavoratori che dovranno cambiare sede salgono a 25».
Il conteggio comprende i 78 dipendenti di Ponte, esclusi i 4 manager. Per 73 lavoratori, a partire dalla prossima settimana scatterà una giornata di cassa integrazione, tutti i venerdì per un anno, oltre ad una riduzione dell’orario di lavoro. «Abbiamo raggiunto un risultato soddisfacente in una situazione oggettivamente critica» commenta Furlan.
La perdita a bilancio per Stefanel è di 20, 9 milioni di euro, quasi il triplo del patrimonio netto che vale 7 milioni e mezzo. L’esposizione debitoria, a fine 2018, superava i 150 milioni di euro. Per salvarsi dal fallimento l’azienda presenterà entro il 15 aprile al tribunale di Treviso il piano industriale con la domanda definitiva di concordato preventivo: «Saranno chiusi 8 negozi e l’ubicazione della sede di Ponte sarà modificata» si legge nell’accordo.
«I lavoratori stringono i denti ma trasferirsi a Milano a parità di condizioni economiche è complicato, per 25 persone che hanno una famiglia» dice Furlan.
«Durante l’anno ci sarà l’accessibilità all’assegno di ricollocazione, strumento che sarà utilizzato per la prima volta in Provincia, per aiutare i lavoratori. La Regione sosterrà il percorso con percorsi di riqualificazione e ci sarà una verifica periodica dell’andamento del piano di ristrutturazione al Mise».
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