"Un vincolo per salvare le mura di Treviso". La battaglia delle associazioni culturali

Patto tra sei diversi gruppi: chiederanno alla Soprintendenza di preservare l’intero “sistema bastionato” della città

TREVISO. 

Un’alleanza tra le associazioni culturali per salvare e valorizzare le mura. E per porci quel vincolo di tutela che – sembra impossibile ma è così – ad oggi vale solo per le porte, il dazio di Porta Calvi e la casetta dell’ex pattinodromo.

Italia Nostra, Treviso Sotterranea, Fai, Rotary Treviso e Treviso Nord, Ateneo di Treviso e Associazione dei Musei hanno siglato ieri il patto che ora porterà a formalizzare alla Soprintendenza la richiesta di porre il vincolo diretto sulla cinta muraria, o meglio “sistema bastionato” come puntualizza Simone Piaser, presidente di Treviso Sotterranea.

Un’iniziativa quella delle associazioni culturali che ha un doppio orizzonte temporale: quello lungo, affinché restino sempre al centro della vita dei trevigiani, quello più a breve termine per salvarle da interventi che le minacciano, come il parcheggio all’ex pattinodromo (ormai però l’iter autorizzativo sembra difficile da frenare) e il recupero del bastione Camuzzi.

Parte tutto da qui. Oggi la cinta muraria ha solo un vincolo paesaggistico - a differenza delle porte - ovvero ne è salvaguardata l’estetica, ma l’intero sistema non ha alcuna tutela. Ed ecco che per esempio vi si può fare un parcheggio interrato, facendo sì che dall’esterno l’impatto visivo sia contenuto.

«Noi vorremmo che il parcheggio interrato non fosse costruito. Ma è chiaro che il vincolo che noi richiediamo è proprio per evitare che in futuro altri possano proporre un parcheggio o un edificio da realizzare su un bastione», sostiene Paola Crucianelli, presidente di Italia Nostra Treviso.

«Tra l’altro le modalità di realizzazione del parcheggio, che congloberebbe il muro di controscarpa, comprometterebbero definitivamente il recupero di quel tratto esterno di mura, che noi invece vorremmo collegasse l’area di Fra’ Giocondo alla penisola del paradiso».

Possibile tornare indietro? È durissima. Il vice sindaco Andrea De Checchi ha lavorato questi due anni per la revisione dell’accordo con Parcheggi Italia – è già il terzo accordo dai tempi di piazza Vittoria – e ora che siamo alle firme non vorrà certo tornare sui suoi passi. Ma la tutela attraverso il nuovo vincolo è solo il primo passo della nuova alleanza tra le associazioni, che ora vogliono anche un piano unitario per la valorizzazione di tutta la cinta. «Mi chiedo come sia possibile che non sia stato chiesto di farle inserire tra le città murate, patrimonio dell’umanità», aggiunge Piaser. «Esiste l’Urbs Picta, la Città d’acque, ma mai si sente parlare di questo sistema bastionato, che comprende anche il canale esterno e le seconde mura che seguono il profilo della circonvallazione».

Insomma, una posizione critica: non c’è tutela senza valorizzazione. A interventi di salvaguardia e di manutenzione si dovrebbe accompagnare un piano per riportarla al centro dell’attenzione. Per esempio ricostruendo il percorso esterno anche utilizzando le proprietà private, un pallino di Treviso Sotterranea. E tenendole al centro della vita cittadina, «non dobbiamo pensarle come qualcosa di imbalsamato, devono far parte della vita della città com’è sempre stato» conclude Mario Gemin, capo delegazione del Fai di Trevi.

«Quindi un uso attento, anche con manifestazioni come Suoni di Marca, non contrasta con la tutela e la loro valorizzazione. Serve però eseguire della manutenzione perché oggi non sono in salute». —




 

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