Un nuovo vigneto sul Montello Il patron Giusti: «È regolare»

L’invasione del Prosecco sulle pendici del Montello non si  ferma: nelle ultime settimane  fa discutere il nuovo impianto  da parte della Giusti Dal Col
Gino Zangrando

VOLPAGO

Da un mese sorge un vigneto al posto di un boschetto in via Eligio Porcu (ottava presa del Montello ) a Volpago. I primi lavori sul terreno, sono iniziati già quest’inverno, mentre da circa un mese sono stati piantati i giovani vitigni di glera. Tra cittadini, ambientalisti ed escursionisti l’operazione ha suscitato una nuova ondata di sdegno. L’imprenditore Ermenegildo Giusti, patron dell’azienda agricola Giusti Dal Col srl proprietaria del terreno, respinge le critiche: «È tutto regolare», commenta, «abbiamo piantato le viti con tutte le autorizzazioni perché anche una volta c’era un vigneto».

La presenza delle vigne nell’area è sicura almeno dagli anni cinquanta anche secondo l’architetto Armando Guizzo che ha gestito la procedura autorizzativa per conto dell’azienda: «Sul Montello non è possibile impiantare vigneti se non in luoghi dove è storicamente provata la loro presenza. Foto aeree degli anni Settanta documentano nell’area un piccolo vigneto identico a quello impiantato un mese fa: sette filari su un’area larga trenta metri e lunga cento, che occupano meno della metà della superficie della proprietà. Secondo le dimensioni delle piante fotografate si presume avessero almeno una ventina d’anni e che quindi siano state nate negli anni Cinquanta» spiega il tecnico. Guizzo inoltre sottolinea come il terreno, acquistato da Giusti nel 2018, non sia in una zona sottoposta alle restrizioni stabilite dalla direttiva europea Habitat. L’architetto inoltre evidenzia la complessità dell’iter per essere autorizzati a piantare un vigneto sul Montello: ci vuole l’approvazione di due commissioni comunali, poi quella della Forestale che invia un architetto paesaggista a fare un sopralluogo sul posto, segue l’approvazione dal parte della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici di Venezia ed infine è necessario il via libera definitivo da parte di una commissione provinciale. Tutto in regola, dunque, sul profilo formale, col sigillo finale del comune, ma non basta a placare le polemiche. —

Gino Zangrando

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