Tubature in eternit a rischio col cantiere

Traforo, l’ex sindaco Scotta: «Si approfitti dei lavori per sostituire quell’impianto pericoloso»
vittorio veneto
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VITTORIO VENETO

«I tubi dell’acquedotto sono a rischio, perché, in parte, risultano in materiale eternit. Basta che una ruspa, durante uno scavo, in qualche modo li tocchi, perché possa accadere l’irreparabile». L’allarme è dell’ex sindaco di Vittorio Veneto, Giancarlo Scottà, oggi europarlamentare. Il problema lo ha evocato nell’incontro pubblico, in municipio, tra il sindaco Gianantonio Da Re, i dirigenti dell’Anas ed i rappresentanti delle imprese che hanno vinto l’appalto del traforo di Santa Augusta, ed i giornalisti. Scottà ha riferito che sono già successi degli incidenti, nel passato, nel corso di alcuni interventi nel sottosuolo ed ha detto che la problematica potrebbe ripetersi. L’eternit, si sa, è un materiale fortemente inquinante che dà gravissimi problemi alla salute. Da qui l’invito alle autorità di competenza affinché si approffitti della realizzazione della galleria e della variante alla statale 51 di Alemagna, per costruire una nuova condotta, con tubazioni più garantite, da sistemare nel sottosuolo della stessa arteria. È in predisposizione il progetto esecutivo del traforo e della strada di accesso, quindi – secondo Scottà – è da inserirvi anche la “superstrada dell’acqua”. Si tratta di un tubo da un metro e mezzo, anziché da 50 centimetri, come quello che resiste da anni e che, in parte, comprende anche materiali in eternit. La portata d’acqua, dalle sorgenti della Val Lapisina alla pianura di Treviso, si triplicherebbe: da 50 a 150 litri al secondo. I rappresentanti di Anas e dell’associazione di imprese, presenti l’altro giorno ai piani alti di piazza del Popolo, si sono dichiarati disponibili a raccogliere questo invito. «Per la verità – fa sapere Scottà -, la procedura per la megacondotta, che sarà a carico dell’Ato, è già in fase avanzata di autorizzazione».

Francesco Dal Mas

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