Telecamera nascosta, licenziato il direttore

Poste Italiane hanno già concluso il procedimento interno decidendo di cacciare il massimo dirigente di una filiale



Dopo la sospensione, arriva il licenziamento. Piove sul bagnato per il direttore di una filiale della Marca di Poste Italiane, finito sotto inchiesta dalla procura per aver piazzato una microtelecamera nel bagno dell’ufficio. Dopo la sospensione immediata, decisa all’indomani della scoperta della microtelecamera, Poste Italiane ha deciso di licenziare il direttore. La decisione è arrivata a fine marzo. Lo ha reso noto Poste Italiane, spiegando che la sospensione risale al 26 febbraio, giorno successivo alla scoperta della microtelecamera, mentre il licenziamento è stato deciso il 28 marzo, al termine del procedimento interno. Altri particolari non filtrano da Poste Italiane anche perché si tratta di un fatto “molto delicato”.

Dunque, risale a fine febbraio il caso scoppiato in un ufficio postale della Marca. A scoprire la microtelecamera, posizionata all’interno della cassetta igienizzante del bagno dell’ufficio, è stato uno dei dipendenti che s’era accorto dell’anomala presenza di una piccola sfera, grande come la punta di una penna biro, collegata ad un cavetto e dotata di scheda di memoria e batteria. Il giovane dipendente delle Poste aveva subito segnalato il caso alle forze dell’ordine, che erano intervenute sul posto per sequestrare la microtelecamera e denunciare chi l’aveva posizionata. È stato lo stesso direttore ad ammettere che la microtelecamera l’aveva posizionata lui. Secondo indiscrezioni, nell’immediatezza, l’uomo, ultracinquantenne, si sarebbe giustificato dicendo che voleva controllare se le donne delle pulizie facevano bene il loro lavoro, dal momento che nutriva qualche dubbio.

Ciò non gli ha evitato una denuncia a piede libero ed un’inchiesta penale, coordinata dal sostituto procuratore Giulio Caprarola, che ipotizza l’accusa di interferenze illecite nella vita privata. Un reato previsto dal codice penale e che punisce «chiunque, mediante l'uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata altrui». Un reato che, in caso la responsabilità venga accertata dall’inchiesta penale, è punito con la reclusione fino a quattro anni. Contestualmente all’inchiesta, il direttore è stato sospeso da Poste, ed ora, al termine del procedimento disciplinare interno, licenziato.—



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