«Si può vivere meglio»... con l’algoritmo della felicità

Davide De March, dopo la laurea si è specializzato in consulenze per le imprese con la Evo Solution

L'algoritmo della felicità: esiste. Davide De March, ricercatore veneziano classe 1981, ne è convinto. «Per avere successo nella vita, l'ideale dunque è applicare la formula “evolutiva” una sequenza che ben rappresenta il progresso delle idee e dell'esistenza». Ma i numeri, per De March, sono una vera e proprio fonte d'ispirazione. Si destreggia tra le formule e il suo compito quotidiano è di adoperare la ricerca scientifica per portare innovazione nelle aziende. Per questo nel 2009, con alcuni compagni del corso di laurea in Statistica di Ca' Foscari, ha fondato EvoSolutions Srl, una società di consulenza statistica per l'ottimizzazione dei processi aziendali. «Praticamente sviluppiamo modelli statistici di previsione che permettono di migliorare la logistica, ridurre i costi, gli sprechi nel processo produttivo o energetici di un'impresa» e aggiunge «nella prima fase studiamo i big data, delle grandi moli di dati, da cui estrapolare l'informazione più utile per studiare i trend di mercato. Il fine è di tradurla in concreto, in azioni mirate». Dovrà ricredersi chi pensa che tutto questo avvenga semplicemente schiacciando la fredda tastiera di un computer, il punto di partenza del gruppo di De March è la natura. «Gli algoritmi di ottimizzazione, sono nature inspired, cioè di ispirazione naturale. In biologia le cose si organizzano per trovare la migliore soluzione. Prendiamo ad esempio le formiche. Per cercare il cibo si muovono freneticamente e a noi sembra con nessuna strategia. Eppure il formicaio funziona alla perfezione e senza sprechi. Nel caos apparente si nasconde l'armonia. Noi cerchiamo di riportarla nei nostri processi, scrivendola in un algoritmo per sviluppare innovazione». Un lavoro che si intreccia in modo imprescindibile con la ricerca accademica e con la scelta, coraggiosa, di restare in Italia. «E' stata una decisione di cuore. Credo nel nostro paese e poi a Venezia si sta bene. Per uno come me che ama l'arte e l'opera, in particolare la Madama Butterfly, struggente e meravigliosa, è difficile andarsene. Lo farò solo se troverò un'altra Venezia in giro per il mondo. Ora la sfida è di proporre buone idee e trovare qui un terreno fertile in cui applicarle». Testardo e determinato, come ama definirsi, a tre anni anni voleva diventare Papa, poi aveva pensato a un lavoro manuale, da adolescente ha scelto la matematica, senza più lasciarla. «Non è vero che non emoziona. Gli algoritmi fanno arrabbiare, ma danno pure qualche soddisfazione, quando si risolve un problema». Infine, tra le persone che vorrebbe ringraziare c'è Irene Poli, docente di Statistica all'università Ca' Foscari e condirettore dell'European Center for Living Technology. «Mi ha dato la passione di continuare nella ricerca, è stata uno sprone molto forte per portare avanti le mie idee».

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