Rapina in villa a Riese, bottino 20 mila euro

Famiglia legata e minacciata da due banditi armati di pistola
RIESE. «Mi hanno puntato la pistola contro. Lì ho pensato: adesso è finita». Non è un thriller, ma il dramma di Federico Zardo, 26 anni, che ricorda i drammatici attimi della rapina in villa accaduta sabato sera nella sua abitazione. Due individui armati e con volto travisato si sono introdotti nell'abitazione ed hanno tenuto l'intera famiglia legata e sotto tiro per un'ora, prima di andarsene con un bottino da 20 mila euro.


Il tutto avviene verso le 21. In casa Zardo in via Cendrole ci sono 4 persone. Il padre, noto imprenditore della zona, è fuori. C'è la madre, Giuseppina Rossi, 56 anni, il figlio Federico Zardo, 26, la sua fidanzata Federica Vianello, 25, e la sorella più piccola di 13 anni. «Eravamo seduti sul divano a guardare la tv e mangiare pizza _ racconta Federico _ quando sono arrivati. Sono entrati dalla porta di servizio sul retro della casa, era aperta. Così è iniziata un'ora d'inferno».


Due i rapinatori. Entrambi hanno il volto travisato con un copricasco da motociclista, guanti alle mani, abiti scuri. Uno di loro brandisce un piede di porco. L'altro impugna una pistola. «La prima cosa che ci hanno detto è "state tranquilli, non vi facciamo nulla, dateci quello che vogliamo e andiamo via senza farvi del male". Continuavano a ripetere queste parole».


Pistola puntata alla famiglia, i due prendono della calze e della biancheria al piano di sopra. Le usano per legare i 4. «Ci hanno fatto sdraiare a terra legati _ prosegue Federico _ ci parlavano in italiano, ma con accento dell'est. La pistola faceva paura. Ci sono stati due momenti in cui ci hanno puntato l'arma alla testa, e ho tremato. Prima lo hanno fatto contro di me. Li stavo osservando. E così uno si è avvicinato mi ha puntato la pistola contro e ha detto "Tu sei troppo furbo per me. Abbassa lo sguardo". In quel momento ho avuto paura che sparasse».


Il rapinatore ha estratto dall'arma il caricatore per far vedere che era vera e poi l'ha punta contro il giovane dicendo «Noi non scherziamo». Poi i due malviventi hanno chiesto alla madre Giuseppina di aprire la cassaforte. Lei ha ubbidito, li ha condotti al forziere, l'ha aperto e ha consegnato loro il contenuto. A quel punto i due le hanno puntato contro la pistola. «E' tutto qui? C'è altro? Siamo sicuri?».


Prima di andarsene creano scompisce, prendono i cellulari e rinchiudono i 4 in uno sgabuzzino. Con l'auto della famiglia, una Grande Punto, scappano con 20 mila euro. La madre li accompagna fuori. «L'auto ve la riconsegnamo _ hanno detto _ la troverete a 10 km di distanza». E così è stato. Quando i due se ne sono andati i 4 malcapitati si sono liberati e hanno chiamaro il 112.


«Sappiamo di essere stati fortunati, ma allo stesso tempo siamo molto scossi: chiude Zardo _ episodi del genere di segnano dentro. Mia sorellina più piccola è sotto shock. Non dorme da due giorni, si sveglia con attacchi di panico. Mia sorella più grande stava per rientrare a casa, per fortuna non è arrivata. Poteva andare molto peggio di così».

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