Radiato dalla Fin l’allenatore di nuoto hard
Radiato. L’allenatore di nuoto veneziano, finito sotto inchiesta per aver intrattenuto una relazione sentimentale, per un anno e mezzo, con un’atleta minorenne trevigiana, è stato radiato da qualsiasi attività federale dal tribunale sportivo della Fin (Federazione italiana nuoto). Nel giro di appena due mesi, i giudici della Corte Federale d’Appello hanno sostanzialmente ribaltato la sentenza del tribunale federale (il primo grado di giudizio a livello di tribunale sportivo) che il 4 maggio scorso aveva deciso di squalificare il coach per un periodo di 5 anni. Una sentenza ugualmente pesante ma che lasciava spiragli di un ritorno a bordo vasca al coach veneziano di 45 anni. Ora il coach veneziano potrà appellarsi al Coni o al Tas (Tribunale arbitrale dello Sport) per tentare eventualmente di ridurre la pena.
Se dal punto di vista sportivo la situazione è pesantissima, non è da meno il fronte penale dopo che il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Venezia, Barbara Lancieri, alcune settimane fa, ha respinto la richiesta di patteggiamento a due anni di reclusione che la difesa aveva concordato con la procura della Repubblica ritenendo incongrua la pena per i pesantissimi reati contestati: atti sessuali con minorenni e detenzione di materiale pornografico raffigurante minorenni. La decisione del giudice costringe così il pubblico ministero, che ha chiuso le indagini, a formulare la richiesta di rinvio a giudizio dell’allenatore. Ci sarà dunque un’udienza preliminare davanti al gup. Le indagini sul delicatissimo caso, che vede come parte offesa una ragazzina trevigiana di appena 14 anni, promessa del nuoto agonistico (assistita dall’avvocato Catia Salvalaggio), si sono concluse qualche mese fa.
La vicenda si sviluppa sullo sfondo di una piscina della provincia di Venezia, dove la ragazzina si allena con gli atleti, coetanei e comunque minorenni, di una squadra agonistica. È durante gli allenamenti che, secondo quanto contesta la procura, matura un rapporto sentimentale tra l’allenatore, poco più che quarantenne, e la giovane atleta. Un rapporto perverso, quello interpretato dal coach, fatto di baci, scambi di foto e video di natura pornografica che hanno come protagonisti sè stesso e la minorenne e rapporti sessuali completi. Il rapporto non dura qualche giorno ma addirittura un anno e mezzo, dall’aprile del 2016 all’ottobre del 2017. E questo è un dettaglio non di poca importanza, per gli stessi magistrati che devono esprimersi sul caso. —
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