Ponte Priula e Carena in fallimento. «Chi era all’inaugurazione ora finge di non vedere»

Durissima critica del segretario della Cgil Visentin ai politici: «Alla fine a pagare sono le nostre imprese e i lavoratori»
Allegranzi Ponte della Priula Inaugurazione del ponte ristrutturato Taglio Del Nastro
Allegranzi Ponte della Priula Inaugurazione del ponte ristrutturato Taglio Del Nastro

Ponte della Priula. «Tutti sono stati celerissimi a correre al taglio del nastro, ma poi la polvere è rimasta sotto il tappeto e adesso non possono tutti far finta di non vedere. A pagare questi mancati controlli non possono essere le nostre aziende». Il segretario della Cgil Mauro Visentin non fa tanti giri di parole e punta il dito contro sindaci, Provincia, Regione Veneto e ministero alle Infrastrutture, oltre ovviamente l’Anas. Ovvero tutti quelli che il 21 giugno scorso si affollarono dietro il nastro tricolore con cui si riapriva alla viabilità il ponte chiuso un anno prima per il lavoro di restauro che l’Anas aveva appaltato nel 2015.

Ponte della Priula, Carena in fallimento: sospese tutte le opere complementari
Agostini Ponte della Priula Viale delle rimembranze

«Dopo il taglio del nastro interessa davvero a qualcuno cosa succede a chi ha lavorato per quell’opera “strategica per la provincia di Treviso e il Veneto?», domanda il segretario della Cgil, che prosegue: «Noi come sindacato abbiamo lottato moltissimo per il rinnovo del codice degli appalti, che permettesse non procedure più snelle ma più attente... perché questo è il risultato di cantieri milionari in cui i soldi escono, ma nessuno controlla dove vano a finire davvero».

E incalza: «L’appaltante (in questo caso Anas, ndr) deve essere responsabile in toto con chi fa l’appalto, deve verificare che fine fanno i soldi che paga e che tutta la filiera sia correttamente saldata. Il principio unico e solo di ogni cantiere deve essere che chi fa i lavori viene pagato. A Ponte della Priula non è stato così, ora c’è chi ha incassato e chi ancora aspetta i soldi. Va tutto bene?».

Il segretario della Cgil ha ben chiaro il possibile esito della vicenda, se nessuno garantirà per i pagamenti e se Carena andrà ko: «Chi pagherà per tutta questa grande opera che la politica ha così volentieri sostenuto saranno le ditte locali che resteranno senza soldi», sottolinea Visentin, «saranno i lavoratori trevigiani, sarà il territorio. Se poi queste aziende, per questi o altri casi simili dovessero fallire di chi sarà la colpa? Certo sarà solo l’effetto sul territorio che perderà valore, impresa, creando nuove emergenze sociali».

Il sindacato auspica che le amministrazioni «di ogni ordine e grado non lascino correre» e si assumano l’onere di una battaglia «di giustizia del lavoro». Tacere adesso, vista la situazione, e dopo le sfilate del giorno dell’inaugurazione «è un bruto segnale per il territorio». Dello stesso tono era stata una nota diffusa pochi giorni fa dalla sezione di Ascoli della Cgil, allarmata per la sospensione dei lavori (Carena) della galleria Trisungo – opera strategica sulla Salaria – prevista dal post-terremoto, fermi da mesi: «La sospensione ingiustificata (fino a oggi)dei lavori sul cantiere dalle ferie estive, è motivo di grande precarietà, per i lavoratori e per la nostra comunità che riconosce l’opera fondamentale in questa fase post sisma. Chiediamo alle istituzioni locali di impegnarsi in modo congiunto per affrontare il futuro di questa grande opera e dei lavoratori tutti».

«Qui la sollecitudine non può venire meno solo perché le auto già transitano sul ponte» prosegue la Cgil, «se quell’opera pubblica ha dei sospesi, allora il pubblico, in ogni suo grado, se ne deve interessare subito». —

F.D.W.
 

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