Pochi fedeli, chiude la chiesa di Nervesa

Nervesa: San Nicolò tornerà proprietà del Comune: troppo alti i costi di gestione, mancano preti, in centro sono rimasti i musulmani

NERVESA. Pochi soldi a disposizione, pochi sacerdoti, ma soprattutto sempre meno cattolici che frequentano la messa alla domenica, visto che il centro del paese va popolandosi di stranieri co i più diversi credo regìligiosi. Risultato: la chiesa di San Nicolò a Nervesa chiude alla celebrazione delle messe.Verrà usata dal Comune, che ne è il proprietario, per attività culturali. La decisione della parrocchia è stata presa principalmente a causa della diminuzione dei sacerdoti, della riduzione dei partecipanti all’eucarestia e del costo per mantenere in funzione due chiese (soprattutto riscaldamento ed energia elettrica).

Il provvedimento è stato annunciato ai fedeli durante la messa dal parroco uscente don Lino Nichele nei giorni scorsi. Don Lino lascerà il suo incarico prima della fine di ottobre per raggiunti limiti d’età e farà da coadiutore nella parrocchia di Cornuda mentre Il “suo” “cappellano” don Filippo Facchin è stato nominato parroco di Robegano. In loro sostituzione si insedieranno a breve don Flavio Gallina come parroco e monsignor Cleto Bedin come coadiutore. I due sacerdoti dovranno “gestire” le parrocchie unificate di Nervesa, Bavaria e Santa Croce: di qui la difficoltà a celebrare in due chiese solo a Nervesa. Altre motivazioni date da don Lino, che ha preso la decisione di concerto con il vescovo e il vicario generale, dopo aver riflettuto con il consiglio pastorale, riguardano anche la facilità di spostamento in automobile, l’assenza di obblighi a prenere messa per gli anziani in vera difficoltà, e il fatto che la chiesa parrocchiale vicino all’Ossario è il vero punto di riferimento della comunità. L’area in cui sorge l’edificio di culto inoltre si è spopolata e vi risiede un’alta percentuale di extracomunitari non di confessione cattolica. La chiesa di San Nicolò si trova accanto alle scuole di Nervesa ed è stata costruita dopo la Grande Guerra dal Comune come sacrario provvisorio per i Caduti italiani in attesa della costruzione dell’Ossario. L’edificio di culto ora tornerà a disposizione dell’amministrazione comunale: è probabile venga usato in futuro come auditorium, mentre banchi e oggetti di culto saranno donati alla cattedrale di Natitingou in Benin, diocesi che ha un legame speciale con Nervesa per l’amicizia tra don Lino ed il suo vescovo, e per iniziative di solidarietà della parrocchia. In questo modo i banchi di Nervesa saranno donati ad una cattedrale che è il punto di riferimento di una diocesi dove, secondo wikipedia, una minoranza di cattolici vive accanto ad un quasi sessanta per cento di popolazione che segue le religioni tradizionali locali e ad una minoranza musulmana.

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