La commozione di Zaia e Barel «Gli dobbiamo quella vittoria»
conegliano
«E' una notizia che mi lascia
interdetto, sapevo che non stava bene, che si stava curando, ma non pensavo ad un esito così tragico - dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia commentando la morte di Leopoldo Saccon - Ricordo ancora la missione cui abbiamo partecipato assieme nel luglio 2019 in Azerbaijan. Con lui abbiamo condiviso la gioia per la vittoria nella candidatura Unesco delle Colline di Conegliano Valdobbiadene, vittoria che deve essergli attribuita, per aver dato vita al dossier e averlo seguito con il cuore in tutti questi anni».
«E'una grave perdita per il territorio - conclude Zaia - Era un uomo attento, preciso nel suo lavoro, di grande cultura e innamorato della sua terra». «Leopoldo Saccon è stato una persona di valori e di valore. Da giovane ha dato un contributo intelligente alla vita politico-amministrativa di Vittorio Veneto e allo stesso tempo ha innovato il modo di interpretare la professione di urbanista, creando per primo una grande struttura interdisciplinare capace di utilizzare le tecnologie più avanzate». Così l'avvocato Bruno Barel ricorda l'arch. Leopoldo Saccon: «Da adulto, ha continuato ad essere all’avanguardia nel porre al centro del suo lavoro la qualità del paesaggio e dell’ambiente, come sta a dimostrare il contributo culturale e tecnico decisivo che ha dato per il riconoscimento delle colline del prosecco come patrimonio universale Unesco. Ha sofferto molto e ingiustamente, prima per la scomparsa prematura di sua moglie Bruna, poi per il coinvolgimento nella tragedia del mulinetto della Croda, per il solo fatto di avere contribuito alla pianificazione comunale. Ci sono voluti molti, troppi anni per dimostrare la sua assoluta innocenza, per totale estraneità alle cause dell’evento e per non aver commesso nessun errore professionale. Ho avuto l’onore di essergli vicino, con la mia collega Elisa Pollesel, in questa ricerca di giustizia e l’ho visto soffrire anche se per noi era evidente la sua innocenza. Non riesco a credere che quel lungo ingiusto dolore non abbia fiaccato il suo cuore», continua Barel. «Per sua fortuna - conclude Barel - ha avuto al suo fianco due splendide figure di donna, che lo hanno sostenuto e rasserenatore aiutato a reagire e a immergersi nella passione per il suo lavoro: sua moglie e sua figlia». —
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