In mostra a Treviso i paesaggi e urbani e loro metamorfosi attraverso il 900

Fotografia: da Atget a Basilico, gli scatti su Parigi in dialogo con i ritratti delle città, mezzo secolo dopo. Aperta fino al 26 maggio negli spazi di Lab 27

Marina Grasso
Uno scatto di Eugène Atget in mostra a Treviso
Uno scatto di Eugène Atget in mostra a Treviso

“Posso dire di possedere tutta la vecchia Parigi”, scrisse nel 1920 l’allora semisconosciuto Eugène Atget, impegnato per circa 30 anni a fotografare sistematicamente l’architettura e l’assetto urbano della città. “Le città sono come un libro che bisogna leggere per intero, diversamente si rischia di non afferrarne il senso”, afferma in un suo libro del 2007 Gabriele Basilico, forse il fotografo di paesaggi urbani più conosciuto al mondo.

I loro sguardi – diversi e complementari, lontani nel tempo e lontanissimi per mezzi tecnici, formazione, sensibilità e motivazioni – sono riuniti per la prima volta al Atget) nella mostra fotografica “Da Atget per Basilico. L’archeologia nel vedere”, a cura di Steve Bisson, docente al Paris College of Art e direttore artistico di Lab 27, e Dionisio Gavagnin, collezionista e scrittore.

Un’esposizione che si interroga sulla rappresentazione dei luoghi, che unisce i percorsi dei due fotografi esplorandone la pratica nella prospettiva “archeologica” del titolo, evidenziando i processi evolutivi che hanno segnato il corso della storia della fotografia, sottolineando il rapporto tra il medium fotografia, il tempo e la storia. Ma anche indagando nella mutazione dei paesaggi urbani e sulla responsabilità del fotografo nel guardare e documentare, nell’essere testimone e conservatore.

Adget versus Basilico, il confronto

Una fotografia di Basilico, in mostra a Treviso
Una fotografia di Basilico, in mostra a Treviso

Nei piacevolissimi spazi di Lab 27, le immagini di una Parigi d’antan avvolta nell’aura enigmatica di Atget – che in vita ricevette l’attenzione delle avanguardie dada e surrealiste attraverso Man Ray, ma la cui fama crebbe solo dopo la morte (1927) – si incrociano con quelle di Basilico di mezzo secolo dopo. E se il suo obiettivo ritrae luoghi diversi e un mondo profondamente mutato, Basilico raccoglie da Atget la necessità di fissare la trama della trasformazione degli spazi urbani anche partendo da lontano.

Come, ad esempio, nella serie “Provincia Antiqua” che raccoglie vedute di siti archeologici francesi evocando la bellezza del passato. Immagini che nel percorso espositivo hanno anche il respiro di una sorta di omaggio reso dal metodico fotografo-architetto italiano al fotografo– flâneur parigino, nel segno di quella “archeologia del vedere” che racconta le trasformazioni della percezione della realtà e del modo di guardarla.

Info pratiche

La mostra è aperta fino al 26 maggio, la domenica dalle 16 alle 19 oppure su appuntamento (lab27. it@gmail. com). Ingresso libero.

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