Il Tar salva Villa Chisini e boccia i lavori richiesti dal distributore di benzina
Dopo sei anni no al piano per il cambio di destinazione dei serbatoi e delle colonnine: stop anche ai self-service

Un’immagine dell’ingresso di Villa Chisini Sopra il distributore di benzina Oil Italia
PIEVE DI SOLIGO.
Il distributore di carburanti Oil Italia, a pochi passi da piazza Vittorio Emanuele II e giusto all'inizio di via Chisini, resta «incompatibile» con il territorio e gli edifici adiacenti. Bocciato dal Comune già nel 2005, il progetto della compagnia petrolifera per il cambio di destinazione dei serbatoi e delle colonnine erogatrici, nonché per l'installazione di dispositivi self-service, è stato respinto anche dal Tar.
Il Comune di Pieve di Soligo continua ad inanellare successi giudiziari a difesa del territorio e della propria storia. Giovedì scorso, a sei anni dal pronunciamento dell'ufficio urbanistica del municipio, il tribunale amministrativo ha respinto il ricorso della Oil Italia srl presentato dagli avvocati Claudia Alpagotti e Giorgio Azzalini. Oggetto del contendere tra la compagnia petrolifera e il Comune di Pieve di Soligo, difeso dall'avvocato Bruno Barel, è il cambio di destinazione dei serbatoi e delle colonnine erogatrici del distributore di via Chisini, nonché l'installazione dei dispositivi per il pagamento de il servizio self-service. Come già rilevato dal Comune nel 2005, anche il Tar ha convenuto che il distributore di carburanti presenta «elementi di incompatibilità con il territorio, in quanto le strutture dell'impianto impediscono la visuale anche parziale dei beni di interesse storico, architettonico, urbanistico ed ambientale o, comunque, costituiscono elementi di sovrapposizione o di interferenza nel contesto ambientale». Il riferimento è alla «Villa Chisini» e alle relative pertinenze, adiacenti la stazione di servizio Oil Italia sul lato orientale di via Chisini, cioè verso il Soligo, ancora vincolate dalla legge 1.089 del primo giugno 1939, la cosiddetta legge Bosetti e Gatti sulla «Tutela delle cose di interesse artistico e storico». Secondo il Comune di Pieve di Soligo, dunque, non solo l'impianto è situato in un particolare aggregato urbano di zona di pregio, con destinazioni commerciali, residenziali e direzionali, ma va tutelato anche l'insieme del sistema viabilistico, pedonale, ciclabile e carrabile a ridosso di piazza Vittorio Emanuele II. Specie se, come riporta la sentenza del 5 maggio 2011, «il potenziamento dell'impianto, per effetto delle modifiche proposte nel 2005, determina aggravio dei fattori di incompatibilità con il territorio».
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