Il governo Draghi firma il masterplan: aeroporto Canova, via libera al piano di sviluppo

TREVISO. Ci sono voluti quattro anni per il via libera al masterplan, ossia il piano di sviluppo, dell’aeroporto Canova di Treviso. Venerdì è arrivata la firma sul decreto del ministero della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, di concerto con il ministro della Cultura Dario Franceschini. Esultano il sindaco Mario Conte e il presidente Enrico Marchi di Save – società che ha inglobato la trevigiana AerTrte e quindi la regia dello scalo – che ora vedono finalmente sbloccarsi il piano da 54 milioni di euro che rinnoverà il Canova.
Avanti tutta
Sono infatti previsti un nuovo terminal, opere di mitigazione, lavori interni e quelli su viabilità e parcheggi. «Questa firma significa nuove opere, cantieri, posti di lavoro, sostenibilità ambientale, mobilità, turismo e un avanzamento importante nel processo di internazionalizzazione della città di Treviso e della Marca», sono le parole del sindaco Conte.
«Siamo molto soddisfatti di questa pronta azione da parte del nuovo governo Draghi, che ci permette di programmare con certezza lo sviluppo futuro dello scalo», aggiunge il presidente Enrico Marchi. «Oggi l’attività del Canova, che è chiuso, è ancora condizionata dalla pandemia, ma la campagna di vaccinazione è ormai avviata e la ripresa del trasporto aereo, se pur graduale, ci sarà».
Un progetto, quello del masterplan del Canova, che ha avuto una genesi complicatissima, tra stop ministeriali e proteste di piazza.
Le tappe
È datato addirittura 2002 il primo piano presentato da AerTre per potenziare l’aeroporto di Treviso che ancora non portava il nome dello scultore di Possagno; poi nel 2009 Save, al subentro su AerTre, puntò in prima battuta a fare bottino pieno: investimenti per 166 milioni da lì al 2030 e aumenti di voli per superare il limite dei 16.300 movimenti annui. Ma dal ministero dell’Ambiente arrivò lo stop.
E così nel 2017 ecco un nuovo masterplan, riveduto e ridotto: senza prevedere aumento di voli, anche perché nel frattempo il Canova, pur senza ampliamenti, è arrivato nel 2018 a toccare i 3,3 milioni di passeggeri annui. Un nuovo masterplan che, nonostante l’approvazione della Commissione Via del Mibact, con una serie di prescrizioni, era stato per due volte rispedito indietro per approfondimenti da parte del ministro dell’Ambiente.
L’ultimo a non mettere la firma sul decreto era stato l’ex ministro Sergio Costa, attirandosi le ire del sindaco Conte, di Save, delle attività economiche, dei lavoratori e dei sindacati. Solo il Comitato contro l’aeroporto e molti residenti di Quinto hanno sempre dichiarato la loro contrarietà al masterplan. Fatto sta che è servito il cambio del governo per arrivare alla firma dell’autorizzazione definitiva. Le pressioni arrivate dal territorio, il sostegno della Lega al governo Draghi, la nomina a sottosegretario alla Transizione Ecologica del deputato del Carroccio Vannia Gava hanno fatto il resto.
I tempi e le opere
E così da ieri si può ragionare sui tempi. Non brevissimi per la verità. Prima servirà ottenere la conformità urbanistica, poi disegnare progetto per progetto i singoli interventi, e firmare la convenzione con Enac. Ci vorrà dunque almeno un anno per vedere i primi cantieri. Mentre con un po’ di anticipo, forse, partiranno quelli sulla viabilità: la passerella pedonale sopra la Noalese, che eliminerà il semaforo pedonale all’aeroporto (lavori per 410 mila euro); e la rotonda all’incrocio con via Canevare.
Save dovrà poi mettere in atto una serie di opere di mitigazione ambientale per chi abita vicino allo scalo, Quinto in primis, per 3,9 milioni; e ancora le opere per la razionalizzazione del traffico lungo la Noalese nel tratto antistante l’aeroporto, rotonda compresa (1,2 milioni); la riorganizzazione dei parcheggi attorno alla struttura (1,6 milioni), con 4.200 metri quadrati in più e il ricavo di un’area per i bus a sinistra del terminal; la realizzazione della nuova torre di controllo (500 mila euro) e l’ampliamento del terminal passeggeri (4,2 milioni); lavori che si aggiungono ad altri interventi sulla pista e le strutture adiacenti (quasi 10 milioni), come la caserma dei Vigili del Fuoco. Da cronoprogramma, ci vorranno sette anni in tutto.
«Siamo certi che, una volta ripreso il traffico aereo, l’aeroporto di Treviso diventerà un hub di riferimento», conclude il sindaco Mario Conte, «Ryanair ha voluto investire qui con la nuova base e nuove rotte. Inoltre, la nostra amministrazione, che con l’assessore all’Ambiente Manera ha seguito tutto il dossier, darà vita a un piano di promozione senza precedenti. Nel 2026, il Canova sarà uno dei poli logistici di riferimento per i Giochi Olimpici invernali». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso