I medici no vax trevigiani diffidano l’Ulss. «Non può obbligare la profilassi»

TREVISO. Una decina di lettere di diffida, recapitate alla direzione dell’Ulss di Treviso, da parte di medici contrari alla vaccinazione contro il coronavirus. «Sono perlopiù liberi professionisti, si sono rivolti ai loro avvocati e ci hanno scritto diffidandoci ed esortandoci a non applicare il decreto legge che introduce l’obbligo vaccinale per il personale sanitario» conferma il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. Tra loro anche un fisioterapista che esercita in libera professione. «Non prendo neanche in considerazione queste lettere. Ci vedremo davanti alla corte di Strasburgo se necessario» replica provocatorio il dg Benazzi.
LA BATTAGLIA LEGALE
Il tenore delle missive è pressappoco lo stesso per tutte: vengono invocati l’articolo 32 della nostra Costituzione che recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Quindi viene citata la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali dell’individuo.
Per l’azienda sanitaria trevigiana la guida resta il decreto legge da poco varato, che prevede l’obbligo della vaccinazione anti-Covid per chi svolge la professione sanitaria a contatto con i pazienti. Linea adottata anche dai vari ordini professionali delle categorie. Mentre si affilano le armi della battaglia legale, l’Ulss sta procedendo a richiamare con delle circolari interne i suoi 150 dipendenti non ancora vaccinati tra loro medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici e professionisti invitandoli a mettersi in regola con la profilassi. «La maggior parte sta rispondendo e provvedendo a vaccinarsi, abbiamo numerose richieste in tal senso e stiamo programmando di immunizzarli. È nostro dovere “regolarizzarli”: il prima possibile provvederemo alle inoculazioni man mano che avremo i vaccini, dato che si tratta di categorie prioritarie» conferma il dg Benazzi.
IL RICHIAMO DEI DIPENDENTI
Il conto alla rovescia è iniziato. Dopo l’invito alla vaccinazione, seguirà un colloquio, in caso di mancata adesione alla profilassi scatterà il provvedimento del datore di lavoro: in questo caso l’Ulss di Marca. «Per chi non si vaccina è prevista la sospensione dal lavoro senza stipendio fino a dicembre» spiega il dg. Gli accertamenti riguarderanno anche il personale in appalto che opera per conto dell’Ulss a contatto con i degenti e i farmacisti. Di pari passo dovranno partire i controlli da parte delle strutture private accreditate e delle cooperative che offrono servizi assistenziali. Nel frattempo, l’Ulss ha segnalato all’Ordine dei Medici di Treviso il dottor Ivan Da Ros, medico di famiglia a Cappella Maggiore, e un cittadino ha fatto lo stesso con il dottor Riccardo Szumski, curante a Santa Lucia di Piave. —
Valentina Calzavara
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