Gli atleti maschi e quarantenni si dopano di più

È uomo e ha più di 39 anni lo sportivo più incline a fare uso di sostanze dopanti, utilizzate da ben il 4% degli atleti. È quanto emerge dal Report attività di controllo antidoping Gennaio - Giugno 2014, realizzato dalla Commissione per la Vigilanza e il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive (Cvd), che ha programmato controlli anche con il supporto del Nas dei carabinieri.
Nel corso dei primi sei mesi del 2014, secondo il report appena pubblicato sul sito web del Ministero della Salute, (ECCO IL LINK) degli 834 atleti controllati nel corso di 159 eventi sportivi, 37 casi, pari al 4,4% sono risultati positivi. Di questi, il 91,9% sono uomini e l’8,1% donne. Il fenomeno si conferma più diffuso man mano che si va avanti con l’età. L’83,8% degli atleti positivi ha un’età superiore ai 39 anni, mentre non sono state registrate positività nelle fasce di età inferiore ai 19 anni ed in quella compresa tra i 24 ed i 29 anni. L’incidenza maggiore è tra i culturisti: su 3 atleti analizzati, uno era positivo (33%), seguono hockey e pattinaggio (con uno su 4, pari al 25%), canottaggio e golf si attestano al 12,5%.
Maggiormente controllati per via dei precedenti, i 222 ciclisti analizzati hanno dato positività nel 9% dei casi.Tra i più virtuosi nuoto (1,6%) e atletica leggera (1,2). La metà (51,4%) degli atleti è risultato positivo ad una sola sostanza, mentre il 37,8% di essi a due sostanze, il restante a 3 o più. Per quanto riguarda le frequenze di principi attivi vietati, la percentuale più elevata appartiene alle classi dei diuretici (27,9%), seguiti da agenti anabolizzanti, quindi da gli ormoni e sostanze correlate (18,0%).
E a proposito di doping La prima sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha squalificato per due anni Cataldo Bello (Csen, fino al 25 luglio 2016), il ciclista padovano Sauro Bembo tessserato con il Team Adige di Vescovana (Acsi, fino all’11 luglio 2016) e Giancarlo Bollis (Fidasc, fino al 14 luglio 2016). In tutti e tre i casi è stata disposta l’invalidazione dei risultati eventualmente conseguiti a decorrere dall’inizio della sospensione e la condanna al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfetariamente in 325 euro. Nel caso id Bembo il padovano di Fontanelle era stato controllato durante il campionato mondiale Acsi di ciclismo.
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