Fibre naturali e prodotti di scarto nasce a Resana la scarpa ecologica

l’impresa
In un panorama di negozi chiusi e commercianti in difficoltà la Pierfecht, startup di Resana, specializzata in calzature ecosostenibili, va controcorrente raddoppiando il fatturato nel 2020 e stuzzicando la curiosità di nuovi clienti fino alla Russia. «Nasciamo quattro anni fa come piccola cooperativa sociale» spiega Simone Fecchio, titolare. «Prima lavoravo per una grande catena di distribuzione sempre in ambito calzaturiero ma non ero soddisfatto. Volevo creare qualcosa di mio e 100% made in Veneto». Nasce così la scarpa Pierfecht che dalla primavera abbinerà il marchio al nuovo claim “cammina ma non calpesta”.
A portare avanti l’impresa oltre a Simone c’è la moglie Rossella, designer. «Le nostre calzature nascono da materiali di scarto e sono prodotte in fibre naturali derivanti dal legno o dalla canapa». L’attenzione per l’ambiente passa anche per le scarpe. «In pochi sono a conoscenza della scarsa salubrità dei materiali con cui vengono fabbricate molte calzature. Le nostre hanno suole in gomma biodegradabile che - per intendersi - in 700 giorni sotto terra si decompongono».
L’essere ecocompatibile non esclude la resistenza e un design accattivante e personalizzabile. «Se un cliente vuole un colore o una scritta particolare sulla scarpa lo può richiedere», precisa Fecchio. Se la messa a punto della fustella e della forma spetta all’ideatore, per la parte operativa la Pierfecht si affida a due laboratori artigianali di cui uno è a Vedelago e l’altro ad Altivole. Entrambi hanno adottato la logica anti-spreco: la pelle di scarto viene trasformata in portafogli e cinture. «In pochi anni siamo riusciti a guadagnarci la fiducia della nostra clientela che ci conosce tramite il passaparola o attraverso i social». Per ora il fulcro dell’attività rimane il negozio di Resana - oltre a due rivenditori a Feltre e a Cortina - ma la scarpa artigianale castellana inizia a piacere anche all’estero dove il Made in Italy è sinonimo di qualità ed esclusività. «Abbiamo clienti in Svizzera, Belgio e Svezia, ma prossimamente potremmo aggiungerne altri anche in Russia». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso