Fa il dentista abusivo: guai per l’autista del 118 di Conegliano

CONEGLIANO. Ufficialmente fa l’ autista del 118. A tempo perso uno stimato dentista con una decina di pazienti in cura, pur non avendo mai conseguito la necessaria abilitazione. Ora la procura della Repubblica di Treviso ha presentato il suo di conto a Maurizio Battistiol, 56 anni di Oderzo, accusandolo di esercizio abusivo della professione di dentista-odontotecnico e appropriazione indebita di materiale usato per curare i suoi pazienti. Proprio nei giorni scorsi, al dentista abusivo è stato recapitato l’avviso di conclusione delle indagini, sottoscritto dal sostituto procuratore Mara Giovanna De Donà.
Una decina di clienti. Secondo l’accusa, l’indagato (che è difeso dall’avvocato Giuseppe Gulli) poteva contare su un “pacchetto” di una decina di clienti ai quali prestava cure come quelle che effettuano i dentisti. Nel capo d’accusa, infatti, che la procura della Repubblica di Treviso contesta a Battistiol gli si imputano «cure consistite in visite del cavo orale, estrazioni dentarie, applicazioni di punti di sutura, applicazioni di protesi dentarie, anestesie locali e attività connesse alla professione di dentista e odontotecnico, senza essere in possesso della prescritta abilitazione».
Cure dentistiche. Sempre stando alle accuse formalizzate dalla procura della Repubblica del capoluogo della Marca, l’autista-dentista avrebbe effettuato le sue cure “professionali” in due diverse riprese: nel corso del 2013 e tra gennaio 2016 e settembre 2017, in tre luoghi diversi: San Fior Conegliano ed Oderzo. Evidentemente a lui molti pazienti si rivolgevano non solo per la sua abilità ma anche per i prezzi che portavano vantaggio ad entrambi. Almeno questo è il sospetto degli investigatori. I pazienti che si rivolgevano a Battistiol provenivano da tutta la provincia di Treviso, in particolare dalla zona tra l’Opitergino ed il Coneglianese.
I macchinari. Oltre all’accusa di esercizio abusivo della professione, l’autista del 118 è accusato anche di appropriazione indebita per non aver restituito a M.P., legale rappresentante di un laboratorio odontotecnico del Coneglianese «beni e semilavorati che gli erano stati forniti per l’esercizio della sua attività (protesi dentarie montate su articolatori, placche di supporto ed altri simili beni) per un valore di circa 1500 euro». Un fatto quest’ultimo, commesso con l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera. Ora che le indagini sono state formalmente chiuse nei giorni scorsi, l’indagato avrà venti giorni di tempo per prendere visione degli atti d’indagine ed eventualmente, attraverso il suo legale, l’avvocato Gulli, di presentare memorie difensive o depositare documenti relativi ad investigazioni difensive o presentarsi al pubblico ministero Giovanna Mara De Donà per rilasciare dichiarazioni o chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.
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