Degrado all’ex Pio Guaraldo abitanti sul piede di guerra
Anni di abbandono hanno fatto diventare la vecchia sede della Pio Guaraldo una bomba di degrado. A denunciarlo sono i residenti della zona di via Brondi, preoccupati dallo stato in cui versa la sede dell’azienda fallita a fine 2017. Erbacce che hanno attirato colonie di topi, siringhe, vetri rotti e i segni di alcune presenze notturne. «Ho scritto a tutti, all’Ulss, al Comune, anche ai proprietari, ma nessuno interviene», spiega Marcello Bassetto, che abita nei condomini di via Brondi in cui anni fa la Prefettura aveva provato ad ospitare i profughi poi finiti alla caserma Serena. L’immobile con tutti gli spazi esterni in cui venivano ospitati macchinari e auto dei dipendenti è ormai vuoto da anni, e nessuno è mai andato fare manutenzione. Nemmeno a tagliare l’erba. «Gli unici siamo stati noi, un po’ di tempo fa. Con un gruppo di residenti abbiamo ripulito un po’: abbiamo trovato di tutto, anche delle siringhe», aggiunge Bassetto. Da quel giorno sono partite diverse segnalazioni, ai vigili di Paese, e anche all’aziensda sanitaria, oltre ad avere interpellato il curatore fallimentare della Pio Guaraldo. Ma non si è visto nulla.
«Siamo preoccupati, perché qui abitano molti bambini. È’ chiaro che non devono andare dentro alla Guaraldo, ci sono topi e frequentazioni non certo gradevoli. Oltre a un problema di degrado, avere vicino a casa una situazione del genere crea insicurezza», prosegue Bassetto. Ha pure provato a chiamare il numero indicato all’ingresso della sede per eventuali acquirenti, ma dall’altra parte non ha trovato alcuna collaborazione. «Chiediamo che a questo punto il pubblico se ne faccia carico, perché non possiamo continuare a vivere a pochi metri da questo degrado. Se anche io volessi vendere casa, chi mai la comprerebbe vicino ad un’area completamente abbandonata?». Per il momento però di ordinanze da parte del Comune non se ne sono viste, tanto meno interventi di pulizia dell’area. L’area era la sede di una delle imprese più importanti del comparto edile trevigiano con cantieri in mezza Italia. Poi nell’aprile del 2014 aveva toccato il punto più basso, quando la quarantina di dipendenti che al tempo erano ancora in carico all'azienda di Paese erano statia licenziati. Nei dodici mesi precedenti i lavoratori avevano beneficiato della cassa integrazione straordinaria, in virtù di una crisi che aveva iniziato ad abbattersi sulla Guaraldo dal 2008. Le secche del 2012 e del 2013 avevano fatto il resto. Il tentativo di concordato preventivo, con la gestione della "Nova Marghera Spa", società guidata dalla stessa famiglia di quel Lorenzo Marinese che a inizio Duemila aveva preso le redini della Pio Guaraldo, non portò a nulla. A fine 2017 il tribunale ne ha decretato il fallimento. E vicino alla Castellana ha iniziato a farsi spazio il degrado. —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso