Coperte, maglie e fuori a piedi nudi «Nessuno di noi, qui, ha più dormito»

F.d.m.( Ha Collaborato Sebastiano Mescolotto)
Borin Miane Testimoninaze scossa di terremoto nella notte De Biasi Rino
Borin Miane Testimoninaze scossa di terremoto nella notte De Biasi Rino

MIANE

«Io ero già sveglio, stavo leggendo un libro e ho sentito la prima scossa – racconta Rino De Biasi -. Non ho avuto paura perché conosco il terremoto, ero a Gemona come militare nel ’66. Era caduta la caserma quella volta. Ho svegliato mia moglie e siamo usciti. Tutti i paesani, qui a Miane, l’hanno sentito». Davvero grande la paura, nel cuore della notte, per quel primo botto e, soprattutto, per il secondo. Che cosa stava accadendo? E’ stato sufficiente aprire la luce e vedere il lampadario dondolare, per rendersi conto. «Con la prima scossa si è mosso parecchio il letto mio e di mia moglie – testimonia Pierluigi Lazzari -. Siamo scesi e usciti abbiamo sentito la seconda ondata dopo un minuto… Sono scesi anche i miei vicini, l’abbiamo sentita tutti. Poi ne abbiamo sentite altre 2 dopo 20 minuti e un’altra successivamente». Ad un tavolo del Bar Conte, sempre di Miane, stanno sorseggiando il caffè quattro signore, sono Gemma, Maria, Lisa, Patrizia. «Non abbiamo dormito», condividono. «Stamattina in paese non si parla d’altro. Per fortuna è andata dritta… Ricordo di quando ero bambina con il terremoto del Friuli – ammette Luisa -. Abbiamo avuto davvero un po’ di paura"» Aggiunge un’altra: «Mi sono alzata e ho visto che nessuno aveva acceso le luci e quindi pensavo di essermelo sognato ma, quand’ero in piedi ho sentito un’altra scossa. Sono riuscita a riaddormentarmi solo verso le 4». MariaPia ha il racconto concitato, seppur a distanza di qualche ora. «Mio marito, in fretta e furia, ha preso delle maglie la coperta e siamo usciti. Io a piedi scalzi. Tale è stata la tensione». Saliamo in municipio. «Il primo istinto che hanno tutti quando accade un terremoto è quello di scappare. Miane è in zona sismica, e scosse come quelle di stanotte possono non essere infrequenti. Per questo l’Amministrazione ha stilato un Piano di protezione civile, obbligatorio per legge, pubblicato nel sito del Comune ed accessibile a tutti – rassicura il sindaco Denny Buso - contenente indicazioni utili in caso di emergenza, come i punti di raccolta per chi non si sente sicuro in una casa che ha subito danni, o la necessità di segnalare per tempo la presenza di cittadini fragili. Informazione e sensibilizzazione sul tema salvano la vita, invitiamo perciò i mianesi a prender visione del Piano fin da subito». In mattinata Buso ha incontrato gli assessori Angela Colmellere e Luigi Rizzi. «Il paese si trova in zona a medio rischio sismico – continuano questi ultimi -, per cui certe disposizioni di sicurezza è bene conoscerle ed applicarle in caso di necessità. Il Piano di protezione civile salva la vita, non dimentichiamolo. Vi son indicate le zone di raccolta in caso di sfollati, cosa fare in attesa di soccorso, e buone pratiche da attuare come dormire con accanto una torcia, scarpe comode e un telefono da usare solo per emergenza e non per altro, per non intasare le linee». Proprio perché siamo in zona a medio rischio sismico negli anni abbiamo lavorato – fa sapere il sindaco - per la messa in sicurezza totale delle scuole, investendovi centinaia di migliaia di euro.

«Oggi siamo felici di constatare che abbiamo agito con lungimiranza: il nostro plesso è antisismico al 100%, luogo completamente sicuro per tutti i ragazzi anche in caso di evento serio». Valdobbiadene è l’altro epicentro del terremoto. Sulle rive di Guia si continua a vendemmiare tranquillamente. «Ho sentito la prima scossa – ci dice in piazza a Valdobbiadene don Francesco -. Dopo mezzo minuto, forse neanche, ho avvertito il boato. Non ho avuto paura anche se immediatamente ho capito che era il terremoto. Sono riuscito ad appisolarmi di nuovo. Anche perché ho pensato che in genere è la prima scossa quella più pesante. E’ andata bene ma ho avvertito preoccupazione in paese: so di mamme con bambini che hanno dormito in auto». Nessun danno, comunque, né a Valdobbiadene, né a Miane. «Sembrava che il sommovimento tellurico non terminasse più, tanto era lungo - è l’impressione di Giorgio Fonda -. Mi hanno impressionato soprattutto i due boati ed è per questo motivo che sono uscito di casa». Anna è stata allertata dal padre: lei dormiva tranquillamente. «Siamo usciti, abbiamo aspettato l’evolversi del terremoto in giardino. Poi siamo stati in cucina perché non riuscivo a dormire, quindi sono andata a lavoro. Speriamo che non torni più. Vedere i vetri che tremavano non è stata una bella sensazione…». Silvano è stato svegliato dalla vibrazione dei vetri. «Mi sono alzato, poi non ho sentito le scosse successive ma le mie figlie sì, dopo le 6. C’è stata abbastanza apprensione perché siamo in una zona sismica e qualsiasi scossa per noi è un momento di tensione». «Abito in un condominio con 5 piani e la gente dei piani superiori era tutta nelle scale – testimonia Paolo -. Poi, per rasserenarci. abbiamo bevuto un caffè insieme». —

F.D.M.

( Ha collaborato

Sebastiano Mescolotto)

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