Arriva l’incubo bostrico nel bosco del Cansiglio La lotta si fa via satellite
FREGONA
La guerra al bostrico è possibile. Non solo, può essere anche vinta. Ovviamente di battaglia in battaglia, perché è impossibile sconfiggere questo insetto in un solo colpo, in una sola stagione.
La foresta del Cansiglio, dove gli schianti di Vaia sono stati asportati immediatamente (circa 30mila gli alberi abbattuti), il bostrico non ha infatti attecchito, se non in poche piante. L’esperienza maturata dall’Agenzia regionale “Veneto Agricoltura” motiva, dunque, un cauto ottimismo sulla possibilità di interrompere l’avanzata dell’infestazione che potrebbe coinvolgere fino a 40 milioni di piante in tutto il territorio-Vaia, con danni (di svendita dei boschi) che potrebbero sommare addirittura a 3 miliardi di euro, se non oltre. Già a pochi giorni dall’abbattimento dei faggi, degli abeti rossi e delle altre piante, la direzione dell’Ente regionale convocava le ditte forestali – circa una trentina sul territorio – perché si facessero carico della bonifica. L’imperativo dato dai vertici dell’Agenzia era quello di asportare quanti più tronchi possibile entro l’estate, perché si temeva appunto l’arrivo del bostrico. Si è messa immediatamente anche l’industria degli “assi del Cansiglio”, Itlas, che ha acquistato gran parte dei faggi.
«Nella foresta del Cansiglio, d’intesa con l’università di Padova, si stanno rinforzando le attività di monitoraggio sia mediante osservazione diretta da parte degli operatori, che costantemente percorrono la foresta, sia con l’analisi di foto aeree e satellitari – sottolinea Giustino Mezzalira, dirigente di “Veneto Agricoltura” che fin dall’indomani di Vaia si è occupato di questa emergenza - si procede, dunque, con l’identificazione dei nuclei colpiti e gli interventi necessari a isolare l’infestazione con il taglio e l’allontanamento, curato dalle imprese boschive locali, delle piante morte o deperienti, peraltro in gran parte ancora commerciabili». Gli esperti dell’Agenzia regionale ricordano che queste infestazioni mostrano di avere un andamento ciclico, ma purtroppo non è facile prevedere la tempistica del loro esaurimento. «Al momento – conclude Mezzalira - non esistendo forme di lotta che consentano l’eradicazione del problema, risulta dunque fondamentale proseguire con un’azione di stretta collaborazione fra proprietari e gestori dei boschi e il mondo della ricerca». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso