Allenatore fa sesso con la giovane nuotatrice di Treviso, il giudice respinge il patteggiamento

TREVISO. Il giudice delle udienze preliminari di Venezia ha respinto per la seconda volta la richiesta di patteggiamento a 2 anni di reclusione avanzata dalla difesa dell’ex allenatore di una squadra agonistica di nuoto della provincia di Venezia, un 46enne mestrino, radiato da qualsiasi attività federale dal tribunale sportivo della Fin (Federazione italiana nuoto), dopo che, nell’estate del 2017, è venuta alla luce la relazione che intratteneva con una promettente atleta trevigiana del suo team, all’epoca dei fatti quattordicenne.
il primo no. Giusto un anno fa, ad inizio giugno 2018, il caso era approdato ad un’udienza davanti al giudice delle indagini preliminari Barbara Lancieri che, ritenendo incongrua la pena di due anni per i pesantissimi reati contestati all’allenatore, respinse la richiesta di patteggiamento che la procura aveva accordato alla difesa. Mercoledì mattina, in tribunale a Venezia, è stato riproposto il patteggiamento a due anni di reclusione in udienza preliminare davanti stavolta al gup. Con quale passo avanti rispetto al giugno scorso perché il giudice lo potesse accordare? Una proposta di risarcimento che mai era stata fatta prima.
salta il risarcimento. Nonostante la famiglia della nuotatrice (tutelata dall’avvocato Catia Salvalaggio) abbia respinto il risarcimento, l’offerta della difesa non è servita perché il giudice si convincesse a ratificare il patteggiamento. Due anni di reclusione, in buona sostanza, anche per il gup è una pena incongrua per i reati di atti sessuali con minorenne e detenzione di materiale pornografico raffigurante minorenni. Da qui la sua decisione di respingere nuovamente la richiesta della difesa, avvallata dal consenso della procura. La difesa ha allora cambiato strategia. Dopo il nuovo no al patteggiamento a due anni di reclusione, ha chiesto ed ottenuto dal giudice di processare l’allenatore in rito abbreviato, un rito alternativo al processo ordinario che permette, in caso di condanna, di ottenere lo sconto di un terzo della pena
processo a porte chiuse. Sarà dunque un processo a porte chiuse quello a carico dell’allenatore mestrino protagonista di una vicenda che si sviluppa sullo sfondo di una piscina della provincia di Venezia, dove la ragazzina si allena con gli atleti, coetanei o comunque minorenni, di una squadra agonistica. È durante gli allenamenti che, secondo l’accusa, matura un rapporto sentimentale tra l’allenatore e la giovane atleta. Un rapporto perverso fatto di baci, scambi di foto e video di natura pornografica e rapporti sessuali completi. Il rapporto non dura qualche giorno ma addirittura un anno e mezzo, dall’aprile del 2016 all’ottobre del 2017. E questo è un dettaglio che sta pesando sull’intera vicenda.
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